PSICOLOGIA UMANISTICA
La Psicologia Umanistica riconosce una sua discendenza ideale dall’Umanesimo, un periodo e un movimento culturale che è diventato un simbolo della rivalutazione della persona umana nella sua totalità psico-fisica, nella sua creatività, nella sua vitalità, nel suo bisogno insopprimibile di libertà e di ricerca.
La psicologia umanistica è una corrente di pensiero psicologico con campi applicativi educativi, sociali e terapeutici che si è sviluppata a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso per iniziativa di un gruppo di psicologi statunitensi tra i quali Abraham Maslow, Carl Rogers (Terapia centrata sul cliente), Rollo May e con contributi di numerosi altri esponenti sia statunitensi che europei tra i quali: Kurt Goldstein (Psicologia Umanistica), Viktor Frankl (Logoanalisi), Roberto Assagioli (Psicosintesi), Erich Fromm (Psicoanalisi umanista), Fritz Perls (Psicoterapia della Gestalt), Eric Berne (Analisi Transazionale), Ludwig Binswanger (Psicologia Esistenziale).
La cornice umanistica enfatizza le facoltà sane della persona e fa dell’esperienza soggettiva lo strumento essenziale per il lavoro terapeutico. Valorizza la dimensione etica, la creatività, la consapevolezza di sè e la spinta all’autorealizzazione. Tali elementi rendono la psicologia umanistica un approccio volto allo sviluppo delle potenzialità della persona, considerando la salute come l’esito dell’integrazione tra le sfere biologica, psicologica, relazionale e sociale. Data la centralità della persona nella sua totalità, considero la relazione terapeutica la vera essenza e la forza motrice del cambiamento; essa diviene quel luogo sicuro dove aiuto la persona a potenziare le proprie risorse o a svilupparne di nuove per far fronte efficacemente alle difficoltà, ricucire ferite del passato o liberarsi da vecchi copioni non più funzionali, riorganizzando così un progetto di vita più autentico ed appagante. In tale ottica mi pongo come facilitatore di quei processi di cura e cambiamento già presenti nella persona, che necessitano soltanto di essere coltivati all’interno di uno spazio di ascolto, empatia e comprensione profondi. I problemi psicologici nonchè i disturbi veri e propri nascono all’interno di relazioni disfunzionali, talvolta traumatiche (basti pensare alle storie di persone che fin da piccole crescono in un clima familiare o sociale intriso di deprivazioni o violenze di vario genere). Da qui la necessità di considerare la relazione terapeutica tra me e la persona come il luogo privilegiato dove riparare le fratture createsi nelle relazioni durante le varie fasi dello sviluppo per ridare slancio a una nuova e potente fiducia in se stessa, negli altri e nella vita stessa.
La psicologia umanistica è una corrente di pensiero psicologico con campi applicativi educativi, sociali e terapeutici che si è sviluppata a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso per iniziativa di un gruppo di psicologi statunitensi tra i quali Abraham Maslow, Carl Rogers (Terapia centrata sul cliente), Rollo May e con contributi di numerosi altri esponenti sia statunitensi che europei tra i quali: Kurt Goldstein (Psicologia Umanistica), Viktor Frankl (Logoanalisi), Roberto Assagioli (Psicosintesi), Erich Fromm (Psicoanalisi umanista), Fritz Perls (Psicoterapia della Gestalt), Eric Berne (Analisi Transazionale), Ludwig Binswanger (Psicologia Esistenziale).
La cornice umanistica enfatizza le facoltà sane della persona e fa dell’esperienza soggettiva lo strumento essenziale per il lavoro terapeutico. Valorizza la dimensione etica, la creatività, la consapevolezza di sè e la spinta all’autorealizzazione. Tali elementi rendono la psicologia umanistica un approccio volto allo sviluppo delle potenzialità della persona, considerando la salute come l’esito dell’integrazione tra le sfere biologica, psicologica, relazionale e sociale. Data la centralità della persona nella sua totalità, considero la relazione terapeutica la vera essenza e la forza motrice del cambiamento; essa diviene quel luogo sicuro dove aiuto la persona a potenziare le proprie risorse o a svilupparne di nuove per far fronte efficacemente alle difficoltà, ricucire ferite del passato o liberarsi da vecchi copioni non più funzionali, riorganizzando così un progetto di vita più autentico ed appagante. In tale ottica mi pongo come facilitatore di quei processi di cura e cambiamento già presenti nella persona, che necessitano soltanto di essere coltivati all’interno di uno spazio di ascolto, empatia e comprensione profondi. I problemi psicologici nonchè i disturbi veri e propri nascono all’interno di relazioni disfunzionali, talvolta traumatiche (basti pensare alle storie di persone che fin da piccole crescono in un clima familiare o sociale intriso di deprivazioni o violenze di vario genere). Da qui la necessità di considerare la relazione terapeutica tra me e la persona come il luogo privilegiato dove riparare le fratture createsi nelle relazioni durante le varie fasi dello sviluppo per ridare slancio a una nuova e potente fiducia in se stessa, negli altri e nella vita stessa.
ANALISI BIOENERGETICA
L'Analisi Bioenergetica è una psicoterapia a mediazione corporea.
Fu fondata in America negli anni cinquanta da Alexander Lowen, brillante allievo di Wilhem Reich, da cui Lowen parte sistematizzando e ampliando alcuni dei principali concetti somatici del suo maestro.
Basandosi infatti sulla tesi dell’identità funzionale tra l’atteggiamento fisico di una persona e la struttura del suo io, sottolinea come l’organismo umano funzioni come un tutto ed i versanti psichico e somatico sono solo funzioni apparentemente indipendenti ma di fatto strettamente correlate della funzione energetica globale.
Le tensioni muscolari croniche rappresentano la controparte fisica di conflitti psichici, attraverso di esse i conflitti si strutturano nel corpo sotto forma di restrizione del respiro e limitazione della motilità. Si tratta di tensioni che si sviluppano lentamente, attraverso esperienze traumatiche ripetute della prima infanzia, e si cronicizzato diventando parte inconsapevole della struttura corporea e del modo di essere di ognuno. Si perde pertanto del tutto la consapevolezza del loro significato, del perché si siano sviluppate e del come potersene liberare.
Nell’ambito dell’analisi bioenergetica ogni modello di tensione muscolare viene trattato a tre livelli:
1) la sua storia e origine nelle situazioni legate alla prima e seconda infanzia;
2) il suo significato attuale in rapporto al carattere dell’individuo;
3) il suo effetto sul funzionamento corporeo. Solo questa visione olistica può permettere quei cambiamenti della personalità che abbiano un valore duraturo.
Nella terapia il lavoro sugli aspetti fisici si combina sempre con la comprensione analitica del carattere, da cui il nome di Analisi Bioenergetica.
Tre tappe caratterizzano il processo terapeutico:
1) La consapevolezza di sé, sentire ogni parte del proprio corpo e i sentimenti che possono sorgere in esso dietro la maschera che ognuno si è costruito;
2) L’espressione di sé, se i sentimenti non trovano espressione vengono repressi e l’individuo perde il contatto con il Sè;
3) La padronanza di sé, l’individuo sa cosa sente, è in contatto con se stesso e sa esprimersi in modo adeguato alla realtà.
Il processo di cambiamento, quindi, coinvolge la persona in tutta la sua unità psicofisica, nella sua esperienza di essere vitale in quanto capace di respirare profondamente, sentire pienamente, ristabilire la naturale mobilità ed espressività dell’organismo, essere in contatto con la realtà del proprio modo di esistere e di rispondere emozionalmente.
Più una persona è emozionalmente disturbata più è lontana dal contatto con il proprio corpo, non è radicata nella propria realtà interna ed esterna, non ha "i piedi per terra", e, nella misura in cui non è radicata, ha una vita irreale, può crearsi illusioni sul proprio conto, può proiettare i propri problemi sugli altri. Spesso questi aspetti sono molto difficili da scoprire, un individuo "grounded" non cerca di gonfiare il proprio io, non lotta per il potere ma mantiene il legame con la realtà basilare della sua vita, sa chi è e dove è, e può riconoscere e accettare la sua fondamentale debolezza di natura umana.
L’elemento fortemente innovativo che contraddistingue l’analisi bioenergetica è proprio il concetto di "grounding", la posizione in piedi assunta dal paziente. Il paziente non conoscerà soltanto la posizione sdraiata, funzionale a raggiungere esperienze di tipo regressivo, ma anche il lavoro di indagine psicocorporea sulla sua capacità di stare in piedi e di muoversi nell’ambiente che fa parte della sua attuale condizione adulta di indipendenza e maturità, e ne favorisce quindi lo sviluppo dell’autonomia dell’Io.
Fu fondata in America negli anni cinquanta da Alexander Lowen, brillante allievo di Wilhem Reich, da cui Lowen parte sistematizzando e ampliando alcuni dei principali concetti somatici del suo maestro.
Basandosi infatti sulla tesi dell’identità funzionale tra l’atteggiamento fisico di una persona e la struttura del suo io, sottolinea come l’organismo umano funzioni come un tutto ed i versanti psichico e somatico sono solo funzioni apparentemente indipendenti ma di fatto strettamente correlate della funzione energetica globale.
Le tensioni muscolari croniche rappresentano la controparte fisica di conflitti psichici, attraverso di esse i conflitti si strutturano nel corpo sotto forma di restrizione del respiro e limitazione della motilità. Si tratta di tensioni che si sviluppano lentamente, attraverso esperienze traumatiche ripetute della prima infanzia, e si cronicizzato diventando parte inconsapevole della struttura corporea e del modo di essere di ognuno. Si perde pertanto del tutto la consapevolezza del loro significato, del perché si siano sviluppate e del come potersene liberare.
Nell’ambito dell’analisi bioenergetica ogni modello di tensione muscolare viene trattato a tre livelli:
1) la sua storia e origine nelle situazioni legate alla prima e seconda infanzia;
2) il suo significato attuale in rapporto al carattere dell’individuo;
3) il suo effetto sul funzionamento corporeo. Solo questa visione olistica può permettere quei cambiamenti della personalità che abbiano un valore duraturo.
Nella terapia il lavoro sugli aspetti fisici si combina sempre con la comprensione analitica del carattere, da cui il nome di Analisi Bioenergetica.
Tre tappe caratterizzano il processo terapeutico:
1) La consapevolezza di sé, sentire ogni parte del proprio corpo e i sentimenti che possono sorgere in esso dietro la maschera che ognuno si è costruito;
2) L’espressione di sé, se i sentimenti non trovano espressione vengono repressi e l’individuo perde il contatto con il Sè;
3) La padronanza di sé, l’individuo sa cosa sente, è in contatto con se stesso e sa esprimersi in modo adeguato alla realtà.
Il processo di cambiamento, quindi, coinvolge la persona in tutta la sua unità psicofisica, nella sua esperienza di essere vitale in quanto capace di respirare profondamente, sentire pienamente, ristabilire la naturale mobilità ed espressività dell’organismo, essere in contatto con la realtà del proprio modo di esistere e di rispondere emozionalmente.
Più una persona è emozionalmente disturbata più è lontana dal contatto con il proprio corpo, non è radicata nella propria realtà interna ed esterna, non ha "i piedi per terra", e, nella misura in cui non è radicata, ha una vita irreale, può crearsi illusioni sul proprio conto, può proiettare i propri problemi sugli altri. Spesso questi aspetti sono molto difficili da scoprire, un individuo "grounded" non cerca di gonfiare il proprio io, non lotta per il potere ma mantiene il legame con la realtà basilare della sua vita, sa chi è e dove è, e può riconoscere e accettare la sua fondamentale debolezza di natura umana.
L’elemento fortemente innovativo che contraddistingue l’analisi bioenergetica è proprio il concetto di "grounding", la posizione in piedi assunta dal paziente. Il paziente non conoscerà soltanto la posizione sdraiata, funzionale a raggiungere esperienze di tipo regressivo, ma anche il lavoro di indagine psicocorporea sulla sua capacità di stare in piedi e di muoversi nell’ambiente che fa parte della sua attuale condizione adulta di indipendenza e maturità, e ne favorisce quindi lo sviluppo dell’autonomia dell’Io.
"Tutto in te è smisurato,
e una sola emozione nel tuo cuore
fa il chiasso di mille bambini".